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Digital Business Week

Tra le sfide del futuro ci sarà quella che contrapporrà quella di un digitale a servizio dell’umanità o di un’umanità a servizio del digitale quindi anche del mercato. Le stesse Istituzioni, oggi all'inizio di un imponente percorso di riconfigurazione dovranno mediare tra queste due forze per riuscire a reggere l’era appena costituitasi.

Digital Business Week

Redazione

La prima edizione della Digital Business Week – 14/18 settembre 2020 – ci ha dato la consapevolezza dell’importanza di questo tipo di manifestazioni strettamente funzionali ad avvicinarci ad uno degli obiettivi di cui vogliamo essere protagonisti: fare di Palermo un hub del digitale mediterraneo. E’ Solo l’inizio di un evento in cui crediamo e che nel 2021 sarà ancora migliore.

Avanti tutta!

La prima sessione della DBW ha delineato l’inquadramento geopolitico della città di Palermo e la sua proiezione futura nell’area mediterranea. La Sicilia ha l’obbligo nei prossimi anni di superare il paradosso che la vede isola tanto centrale geograficamente quanto marginale geopoliticamente, dotandosi di una strategia di crescita consapevole. Palermo nelle ultime legislature sta operando per superare questa marginalità in favore del rinnovamento degli hub – portuali e aeroportuali – che dovranno assumere un ruolo di leadership propositiva restituendo a Palermo la centralità geopolitica a cui aspira.

PORTO E AEROPORTO, DUE HUB PER PROIETTARSI NEL FUTURO.

La week si è aperta con le parole del Presidente dell’Autorità portuale Pasqualino Monti che ha definito l’Autorità come un’impresa, un vero e proprio anello di congiunzione tra il mare e la comunità. Il presidente ha spiegato le linee programmatiche della visione al 2050 del Porto di Palermo raccontando come in pochi anni l’Autorità portuale e’ riuscita a calamitare per ogni settore strategico i finanziamenti necessari per poter avviare la grande operazione di rilancio dell’area a partire dalle banchine e dai fondali; in ultimo l’accordo con Fincantieri. Il presidente ha spiegato come oltre alle grandi operazioni infrastrutturali è prevista la riqualificazione della zona “cerniera” tra mare e città che sarà ripensata sulla base dei nuovi flussi turistici e delle nuove necessità territoriali. Secondo la visione del professor Carta che ha chiuso la seduta, l’operazione vuole ridare al mare la funzione di elemento ordinatore e al porto la funzione di elemento attivatore.

L’amministratore delegato dell’aeroporto Giovanni Scalia ha tracciato i nuovi obiettivi dell’aeroporto: aumento dei flussi, differenziazione del target, digitalizzazione della struttura. Il raggiungimento di questi obiettivi di medio lungo termine sarà possibile grazie all’opera di rifacimento del terminal, pensato come un Hub di nuova generazione e più grande di circa il 40% rispetto alle dimensioni attuali. L’A.D ha espresso chiaramente quanto un aeroporto abbia il dovere di infondere un carattere simbolico e di unicità, infatti è una porta verso il mondo, per questo nel progetto di rigenerazione è previsto un ponte che dal terminal di slancia verso il mare, quasi per far toccare con mano la bellezza del mare; il progetto del ponte sarà affidato ad una grande firma dell’architettura internazionale. La particolarità di questi progetti di rilancio è quella che oltre ad avere la medesima prospettiva e il medesimo approccio si concluderanno nel 2023. Questa data diventa quindi simbolica e capace di evocare un grande slancio, un’opportunità ancora tutta da scrivere che può essere la chiave di volta di una città destinata ad tornare centrale. Serve per questo una connessione e una relazione maggiore tra impresa, porto, aeroporto e amministrazione per far muovere la città non in maniera scomposta ma unita attorno agli obiettivi di crescita, sviluppo e sostenibilità.

L’amministratore delegato dell’aeroporto Giovanni Scalia ha tracciato i nuovi obiettivi dell’aeroporto: aumento dei flussi, differenziazione del target, digitalizzazione della struttura. Il raggiungimento di questi obiettivi di medio lungo termine sarà possibile grazie all’opera di rifacimento del terminal, pensato come un Hub di nuova generazione e più grande di circa il 40% rispetto alle dimensioni attuali. L’A.D ha espresso chiaramente quanto un aeroporto abbia il dovere di infondere un carattere simbolico e di unicità, difatti è una porta verso il mondo, per questo nel progetto di rigenerazione è previsto un ponte che dal terminal di slancia verso il mare, quasi per far toccare con mano la bellezza del mare; il progetto del ponte sarà affidato ad una grande firma dell’architettura internazionale. La particolarità di questi progetti di rilancio che oltre ad avere la medesima prospettiva e il medesimo approccio si concluderanno nello stesso periodo, quindi nel 2023.

Questa data diventa quindi simbolica e capace di evocare un grande slancio, un’opportunità ancora tutta da scrivere che può essere la chiave di volta di una città destinata ad tornare centrale.

Serve per questo una connessione e una relazione maggiore tra impresa, porto, aeroporto e amministrazione per far muovere la città non in maniera scomposta ma unita attorno agli obiettivi di crescita, sviluppo e sostenibilità. Dentro l’idea di crescita e sviluppo c’è sicuramente la questione legata al digitale e alle trasformazione che il digitale sta imprimendo sulla società.

TRASFORMAZIONI DIGITALI

Dentro l’idea di crescita e sviluppo c’è sicuramente la questione legata al digitale e alle trasformazioni che il digitale sta imprimendo sulla società. Il dibattito ha ampiamente discusso la portata dell’innovazione digitale in ogni sua accezione suscitando sul finire degli interrogativi sulle conseguenze delle trasformazione che il digitale sta imprimendo alla società. Difatti il pericolo che si cela dietro alla velocità della digitalizzazione è che l’evoluzione “del dispositivo” privo di una strategia di governance politica rischia di far mutare la società più velocemente delle stesse regole che garantiscono la coesione, l’integrazione e la pace comune della società.

La domanda su quale digitale stiamo costruendo la nostra società è quindi necessaria così quella su quale posizione vuole assumere la politica nei confronti dei colossi del web. Considerando la crescita esponenziale dell’infosfera – la sfera dei dati – sorge un’altra domanda: l’automatizzazione del trattamento dei dati personali e collettivi a fini commerciali come sta disegnando la società? In sintesi, per dirla con Heidegger, stiamo assistendo ad una prevaricazione del modello calcolante o riusciamo a mediare la forza algoritmica con la naturalezza dell’umano? Tra le sfide del futuro ci sarà quella che contrapporrà l’idea di un digitale a servizio dell’umanità a quella di un’umanità a servizio del digitale quindi anche del mercato. Le stesse Istituzioni, oggi all’inizio di un imponente percorso di riconfigurazione dovranno mediare tra queste due forze per riuscire a reggere l’era appena costituita.

SVILUPPO SOSTENIBILE – IL MODELLO A2A

Tra nuove forme d’istituzioni capaci di mediare tra pubblico e privato e costruire visioni vi sono le Multiutility. Un esempio è A2A di Milano, nata nel 2006 con un fatturato di partenza pari a duecento milioni, oggi a distanza di quattordici anni ha un fatturato di quasi otto miliardi.

A2A come altre multiutility è caratterizzata da una visione di sviluppo che mira a mettere in pratica gli obiettivi di crescita sostenibile tracciati dalla Ue e dalle Nazioni Unite proponendosi così come soggetto preposto a guidare la transizione ecologica dei prossimi dieci, vent’anni. Rispetto alle “vecchie” partecipate” interamente pubbliche, A2A per come è organizzata è un soggetto pressoché istantaneo nel catturare le opportunità, con un vasto dipartimento di ricerca e sviluppo. In ultimo ha costituito un suo fondo di investimento privato finanziando società che rispecchiano la propria vision, creando così un ecosistema di nuove prospettive nel territorio nel quale opera.

INTERNAZIONALIZZAZIONE

E sul tema dell’internazionalizzazione la DBW si è chiusa, a farlo è stato il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando ricordandoci di come oggi le città si fondono e di confondono con le macro aeree e di come la stessa figura dei Sindaci può essere “sostituita” in favore di una governance che possa con efficacia gestire la complessità, questa matassa di reti reali e digitali che impongono un metodo per la comprensione delle scelte interamente da riscrivere. Già Paul Valery nel 1927 scrive nel suo straordinario trattato “Sguardi sul mondo attuale”: “I fenomeni politici della nostra epoca sono resi più complessi da un mutamento di scala senza precedenti, o piuttosto da un mutamento dell’ordine delle cose. Il mondo al quale cominciamo ad appartenere, uomini e nazioni, è soltanto la controfigura del mondo che ci era familiare”. E per questo che è giunto il momento che il pubblico e il privato, per riuscire a fare di questi mutamenti non delle forze distruttrici ma nuove leve capaci di riportare la nostra società verso ideali di pace, integrazione, uguaglianza e soprattutto coesione e sviluppo sostenibile devono cominciare ad investire nuovamente in ricerca per la riconfigurazione delle istituzioni. Tema, questo, affrontato apertamente dalla Business Community di Palermo che attraverso gli obiettivi e le visioni di una città ecologica e coesa sta attivando l’idea di una governance della città efficiente e radicata nella consapevolezza che solo attraverso il cambiamento si può

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