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Da palermo mondo andata e ritorno: Roberta Pellegrino & Ludwig

Non è vero che non c'è lavoro! Il sistema formativo/educativo e il contesto culturale in cui viviamo non ha saputo stare al passo con le competenze che il mercato del lavoro richiede. Ma se ti guardi attorno puoi adeguarti e farcela comunque.

Da palermo mondo andata e ritorno: Roberta Pellegrino & Ludwig

Redazione

Porteresti la sede di Ludwig a Palermo?

La sede di Ludwig è già orgogliosamente a Palermo. Al momento non abbiamo una sede fisica perché ci siamo spostati varie volte in questi anni. Vivendo in città diverse e stando sempre in giro, non aveva senso aprire un ufficio. Il 2020 doveva essere l’anno di apertura della sede fisica vera e propria ma la pandemia ci ha fermati.

Per noi la nostra sicilianità è un marchio molto forte ed anche parte della nostra visione e missione. L’impresa, soprattutto quella digitale è una delle poche vie percorribili per creare più in fretta occupazione ed economia in Sicilia. A differenza del manifatturiero, che ha bisogno di altre aziende con cui fare rete e soprattutto di tante infrastrutture, l’impresa digitale ha bisogno soprattutto di competenze.

Ludwig dimostra chiaramente che si può fatturare in USA e in Cina, stando in Sicilia. Faremo di tutto per rimanere qui fino a quando ci sarà possibile ma devo dire che spesso la mancanza di competenze sul territorio risulta sfidante.

Tornassi indietro lo rifaresti?

Un’impresa sostenibile, con i miei amici, che mi da uno stipendio, in cui sono autonoma, che crea occupazione sostenibile per 9 famiglie e che regala lustro alla Sicilia nel mondo?

Si, lo rifarei mille volte. Ci sono stati momenti molto duri in questi anni, ma Ludwig mi ha sempre dato più di quello che mi ha tolto.

Certe volte mi guardo indietro e mi chiedo come sarebbe stata la mia vita senza di “lui”. Faccio fatica a immaginare di spogliarmi dall’identità che Ludwig mi ha dato l’opportunità di cucirmi addosso. Pensare di tornare indietro e fare una scelta diversa è come immaginare di togliermi uno strato di pelle.

Dove eri 10 anni fa?

10 anni fa ero appena arrivata a Milano da circa un mese e avevo appena iniziato la laurea specialistica in Scienze Cognitive. Dopo la laurea triennale non sapevo bene cosa volevo fare della mia vita e avevo deciso di mettermi a lavorare. Trascorsi 18 mesi a Berlino come educatrice in un asilo Montessori e a Novembre del 2010 avevo ancora scatoloni nel mio appartamento berlinese da portare a Milano.

Cosa dici a un ragazzo più piccolo di te di 10 anni?

  1. Non è vero che non c’è lavoro! Il sistema formativo/educativo e il contesto culturale in cui viviamo non ha saputo stare al passo con le competenze che il mercato del lavoro richiede. Ma se ti guardi attorno puoi adeguarti e farcela comunque. Ci sono centinaia di piattaforme / corsi / strumenti che puoi usare per formarti. Il mercato del lavoro può essere diventato crudele per certi aspetti, ma per ogni cosa che ci è stata tolta, puoi trovare due nuove opportunità.

Da tre mesi siamo alla ricerca di uno sviluppatore front end e, nonostante una retribuzione competitiva, prospettive di crescita e tanta flessibilità, fatichiamo tantissimo a trovare risorse.

  1. Ci sono milioni di possibilità che non ti aspetti: esplora, informati, non credere a nessuna forma di dualismo spinto e sterile: digitale vs analogico, umanesimo vs scienza, codice vs creatività, globale vs locale.

Puoi essere appassionato di cinema e innamorarti anche della scrittura in codice, puoi avere la passione per l’agricoltura ma essere soddisfatto e a tuo agio nei panni del digital marketer.

Ricordo lo stupore di quando ho cominciato a capire la statistica durante il dottorato in economia. Ho pensato “ma perché non ho capito prima che la statistica mi poteva servire a capire molto meglio le cose che mi interessano?”

Mi avevano fatto credere di essere una bravissima umanista e forse era vero, ma ognuno di noi è, può e deve essere molteplici cose.

Quali le maggiori difficoltà?

  1. Identità: ho cominciato a essere un’imprenditrice durante il primo anno di dottorato, alla fine del 2014 ma solo anni dopo sono riuscita a dire “sono un’imprenditrice”. Mi sono dovuta giustificare a lungo per quello che facevo, come fosse un gioco rischioso, un vizio, una bravata tra amici che non mi avrebbe permesso di fare bene quello che stavo già facendo: il dottorato e quindi poi la ricercatrice universitaria.

Oltre all’aspetto di natura esistenziale, il disagio che ho descritto ha delle implicazioni di natura decisionale che a loro volta hanno implicazioni di natura economica per il nostro paese. Su questo potrei scrivere ore, mi fermo qui!

  1. Tempo perso: vorrei ci avessero dato delle istruzioni per evitare di perdere tempo con affabulatori, finti investitori, opinionisti delle startup. Tutto fa esperienza, ma io Antonio e Federico (i miei soci) avremmo dovuto mandare a quel paese molte più situazioni e molte più persone.
  1. Mantenere focus e morale alto e ridurre i costi al minimo sempre: siamo stati scartati per innumerevoli bandi europei che meritavamo di vincere. Ci siamo visti superare dalla bocciofila del paesino di montagna. Ci hanno scartati perché: nessuno avrebbe pagato, non avevamo come scalare, il servizio era troppo di nicchia, blablabla.

30 Milioni di utenti dopo: cosa avrebbero da dire adesso?

Quali le più grandi soddisfazioni?

Ludwig è uno degli strumenti di supporto alla scrittura più usato al mondo, ed è stato creato da un team tutto siciliano. Avere creato in Sicilia un software per scrivere in inglese usato da 3 milioni di persone al mese che crea occupazione in Sicilia è una soddisfazione enorme.

Essere riusciti a farlo mantenendo le quote della società tutte in house, raggiungendo la profittabilità ed avendo trovato anche le energie e le risorse per aprire un nuovo Ludwig in Asia, è un bellissimo motivo di orgoglio.

Non volevo scivolare nel romantico, ma la cosa per me più importante è essere riusciti ad arrivare a questi obiettivi restando un team sempre unito, più di prima e meglio di prima.

Non è retorico, non era scontato e non è secondario. Siamo rimasti uniti anche in mezzo alle tempeste e per me Ludwig è prima di tutto un progetto condiviso con altri esseri umani che stimo e di cui mi fido, se fossimo arrivati agli stessi traguardi perdendo dei pezzi per strada, per me non sarebbe stato lo stesso. Tutte le soddisfazioni più grandi e belle sono legate al lato umano di Ludwig: alle email di utenti che scrivono per ringraziare o per condividere la loro storia, alle persone che ho conosciuto viaggiando grazie al mio lavoro, all’emozione di presentare il nostro progetto su un grande palco, al gioire tutti insieme quando gli utenti hanno cominciato a pagare, a proporre un contratto a tempo indeterminato a persone che stimiamo lavorativamente e vogliamo nel nostro team.

Ok, il fine dell’impresa dovrebbe essere il profitto, ma sono strafelice di dire che per noi il fine non ha mai giustificato i mezzi.

Fra 6 mesi, fra 1 anno, fra 5 anni cosa accade a Ludwig?

Si cresce e si continua a lavorare come il primo giorno. Diventeremo più grandi, aumenterà il fatturato, il team crescerà, ma continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto: con impegno massimo, fuori orario, ridendo molto e imparando qualcosa di nuovo ogni giorno.

Fra sei mesi a quest’ora saremo a Hong Kong per spingere sul ramo asiatico della nostra azienda che esiste già ma che è restato in standby a causa del Covid.

Uno di noi sarà a Shanghai per portare avanti la sfida di Ludwig Cina. Abbiamo investito risorse e tempo per capire come rispondere alle esigenze e peculiarità del mercato Cinese e adeguarci, ora è tempo di raccogliere!

Fra un anno: fra un anno molte cose potrebbero essere cambiate e a secondo di come andranno i primi mesi di Ludwig China, potremmo decidere di fare fundraising in Oriente. Dal punto di vista del servizio, avremo finito di implementare delle funzionalità che ci porteranno a fare un salto di qualità enorme. CAN’T WAIT!

Fra 5 anni: 5 anni sono una prospettiva enorme per chi opera nel digitale e sarebbe ingenuo fare troppe previsioni. Se mi chiedi “cosa vorresti che accadesse a Ludwig”?

Io voglio accompagnare la nostra azienda a quotarsi in borsa, mantenendo fermi i criteri della sostenibilità e del fare impresa in modo sano e bello.

Cosa ti aspetti da imprenditore senior?

Vorrei che tu ascoltassi e che capissi che le logiche che guidano il nostro universo non sono più quelle che guidavano il tuo e anche se so che risponderai che lo sai e che potresti parlare per ore dell’importanza della digitalizzazione,

Io non ho mai avuto la pretesa di capire le logiche di mercati che non conosco

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